Ancora una volta, nel silenzio della politica, si sta consumando l’ennesimo attentato alla coesione sociale del Paese, che rischia di tradursi nell’ennesima penalizzazione del Mezzogiorno a tutto vantaggio delle regioni ricche del Nord.
Tra i vari provvedimenti inseriti in questi giorni dal Governo nel collegato al “Def” la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, è ricomparso infatti il disegno di legge dal titolo: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, comma 3 della Costituzione”.
Si tratta di una operazione politica di natura secessionista, volta a dividere ancora di più l’Italia e a sottrarre ancora risorse al Sud.
Concedere a Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, come si sta tentando di fare, l’autonomia differenziata, – nella versione gretta di chi vuole tenere per se il surplus di ricchezza prodotta, se mai con la scusa di recuperare il terreno perduto nel corso della pandemia sanitaria – significa di fatto condannare il Mezzogiorno ad una nuova stagione di sottosviluppo, con buona pace dell’Europa a proposito della necessità di superare le disuguaglianze nazionali utilizzando i fondi messi a disposizione con il programma “Next generation Eu”, torneremmo di colpo al periodo pre-covid anzi, peggio, perchè si darebbe nuova linfa ad uno scippo perpetrato da decenni con il furto quantificato in 61 miliardi di euro l’anno, se è vero che la spesa storica, utilizzata come clava a danno del Sud, ha consentito al 66% della popolazione del Centro-Nord di ottenere il 72% degli investimenti ordinari delle amministrazioni pubbliche, contro il 28% di fondi assegnati al restante 34% degli “italiani”, residenti nel Mezzogiorno. Un 6% di risorse annue in meno, pari appunto a 61 miliardi di euro regalati al Nord.
E i parlamentari del Sud cosa hanno fatto in questi anni per cercare di porre rimedio a questa ingiustizia senza fine? Non hanno mosso un dito. hanno continuato a guardarsi le ben retribuite poltrone in Parlamento senza preoccuparsi minimamente di questo ladrocinio perpetrato alle spalle e sulle spalle della gente meridionale.
Questa gente va mandata a casa, per quanto ci riguarda l’unica strada utile ed efficace per riequilibrare questo scempio e portare finalmente a casa quello che ci spetta, passa attraverso il referendum per la Istituzione della Macroregione del Sud, iniziativa che ci apprestiamo a riprendere e già in itinere preso la Regione Campania dopo la raccolta firme a cui abbiamo- come CMI – contribuito.
Tutto il resto appartiene all’inutile e stucchevole teatrino della partitocrazia nazionale e della politica italiota.